Gay & Bisex
Diego 15: il ritorno alla Locanda - 2 / Sarabanda di scout
di remigiuslp
01.07.2023 |
4.910 |
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"Bernardo esclamò:
“Dai, spicciati, che voglio sborarlo dentro!”
L’altro sfilò il pilone:
“Si dice sborrare, con due erre! Toh, te lo lascio così gli..."
Dopo aver sperimentato il suo primo ‘trenino’ come ‘vagone intermedio’ fra i due ragazzi scout - ‘dante e prendente’, come lo aveva definito il sordido Ful - il nostro giovane ed eroico Diego uscì dal bagno dell’autostazione. Eroico perché passare in meno di un giorno dallo stato di puritano verginello segaiolo a rotto in culo da sei nerchie diverse, oltre a pompini, sborrate, rasponi e via dicendo, oggettivamente, non è da tutti. In aggiunta, il portafogli regalatogli da Renato si stava gonfiando sempre più, pur non avendo egli fissato un tariffario preciso per le sue prestazioni né - soprattutto - essendosi mai offerto spontaneamente come mercenario: i ‘clienti’ gli erano sempre saltati addosso - in tutti i sensi - di loro iniziativa e di loro iniziativa lo avevano gratificato.
Certo, l’abbigliamento aveva fatto la sua parte, un po’ come il miele per orsi golosi.
Non era ancora sicuro di voler imboccare una tale via - anche se avrebbe certamente potuto permettergli di sfogare le sue sempre deste e vivaci pulsioni fisiche - ma era ormai chiaro e definitivo che da quell’estate 1978 in poi avrebbe cercato - quasi – solo maschietti, e maschietti, e maschietti.
La corriera che lo avrebbe riportato alla locanda dove lavorava come cameriere e tuttofare era ferma accanto al marciapiede assegnato. Era uno di quei vecchi modelli, abbastanza comodi e ben molleggiati per affrontare gli stradoni che collegavano le varie città, spesso assai distanti fra loro, con tanti posti a sedere.
Avrebbe dovuto passarci l’intera notte per cui sperava in un non eccessivo affollamento e di trovare uno di quei sedili in fondo, lontano dal rumore del motore anteriore e dal chiacchiericcio dei viaggiatori.
La porta anteriore e il bagagliaio laterale erano aperti e l’autista stava aiutando alcune persone a caricare delle voluminose valigie.
Il nostro moretto si fermò davanti alla salita assieme ad altre due persone in attesa di poter mostrare il suo bravo biglietto e finalmente cercarsi il posto migliore possibile.
Intrufolò lo sguardo all’interno della vettura dove il secondo autista-controllore - un tipo obeso con baffoni - stava brontolando con qualcuno:
“Dovrò nel caso ritenere lei responsabile di danni o disturbo agli altri viaggiatori di questa banda di scriteriati!”
Intravvide una tonaca nera da sacerdote e un dubbio lo colse immediatamente: che la sua strada, quella che il destino costruisce secondo i propri imperscrutabili disegni, stesse per incrociarsi con quella del mitico Don, utilizzato dall’enigmatico Ful per costringerlo ad avere con lui e il ‘cugino’ Riccardino il doppio rapporto sessuale di poco prima?
Saliti i gradini si trovò all’inizio della lunga e stretta corsia in fondo alla quale vide un gruppetto di ragazzi abbigliati da scout. Il prete che evidentemente li accompagnava era in piedi e in procinto di sedersi subito dietro il posto di guida. Era moro, giovane, di bell’aspetto e alto di statura. I loro sguardi si incrociarono per un istante e si scambiarono un cenno di saluto. Gli occhi del religioso lo seguirono - o meglio furono attratti - dal vestiario del ragazzo, decisamente ridotto e ben aderente, in particolare alle forme del posteriore. Non sappiamo se per un senso di censura o di libidine.
L’autobus era fortunatamente mezzo vuoto, i passeggeri normali si erano raccolti come di consueto davanti, per cui Diego decise di posizionarsi in una zona libera, dietro ai sedili occupati ma ancora distante dal fondo, dove gli ‘scriteriati’ giovani vociavano ma stavano nel complesso tranquilli.
C’erano anche Ful e Riccardino che però non si accorsero apparentemente di lui.
Si accovacciò alla meglio sulla finta pelle della poltroncina, con le gambe piegate contro lo schienale di quella davanti e si addormentò.
Riaprì gli occhi per una strana sensazione: fuori era buio e la corriera in movimento, senza particolari scossoni. Ma qualcosa gli stava toccando il sedere.
Girò la testa e vide il viso ghignante di Ful. Nella fioca luce, altri occhi lo osservavano con curiosità.
“Ecco, ragazzi, questo è il frocio che vi dicevo! Se lo paghiamo si lascia toccare, inculare e ce lo prende anche in bocca! Dai, vieni dietro da noi!”
Diego, ancora intontito dal sonno, provò a rifiutarsi, anche se non del tutto convinto:
“Sono stanco! E poi cosa volete fare?”
“Qui c’è una truppa di marinaretti nel pieno delle loro tempeste interiori, con i cannoncini ben carichi ma alcuni senza avere ancora ben chiaro come usarli. Magari potresti aiutarli a fare un po’ di esercizio su di te, tipo ‘nave scuola’! Sarebbe un’opera educativa lodevole e meritoria.
E se la missione proprio non ti andasse, un urlo potrebbe svegliare don Luigi, il quale si precipiterebbe qui, probabilmente assieme al controllore e ad altri presenti! E stai tranquillo che la tua parte non mancherà!”
Il brunetto dovette nuovamente cedere al ricatto, peraltro con una vena nemmeno troppo sottile di lussuria crescente in lui. Alzandosi, rispose:
“D’accordo, ma niente soldi, non mi sembra il caso.”
Si incamminò verso il fondo del bus, spinto da una mano del giovinastro, ovviamente aperta sul suo posteriore.
“Grande! Tutto gratis! Oggi siamo fra preti e missionari!”
Passarono oltre Riccardino, dormiente e disteso in una delle file più avanti rispetto a quella in fondo dove si fermarono.
Si ritrovò fra una dozzina di ragazzi, di età variabile apparentemente fra i quattordici-quindici e i diciassette-diciotto anni, alcuni immersi nel sonno, altri evidentemente non interessati a lui.
Il rosso organizzò subito il tutto:
“Voi tre! Sedetevi qui in centro e tirate fuori gli alberi maestri!”
Fece togliere boxer e perizoma a Diego, poi – dicendogli di tenere le gambe tese e appena allargate - lo spinse a piegare in avanti il solo tronco verso il terzetto di giovani scout. L’ultima fila di seggiole era un po’ rialzata per cui la posizione risultò abbastanza comoda.
Le botteghe si aprirono, i pantaloncini si abbassarono a metà coscia e i membri scattarono sull’attenti.
“Ora, l’ufficiale istruttore si occuperà dei vostri pennoni!”
Gli scossoni dell’autobus non disturbavano più di tanto per cui Il giovane impugnò subito i due laterali. Uno era liscio, snello, piuttosto lungo, già bello tosto e l’altro …praticamente uguale! La poca luce gli permise comunque di vedere che i due proprietari erano identici: evidentemente gemelli!
Iniziò a masturbarli lentamente e appoggiò la bocca chiusa alla punta di quello in mezzo. Ancora chiuso dal prepuzio, era piuttosto corto ma di diametro ragguardevole, con sotto due grossi testicoli praticamente senza pelo.
Strinse le labbra e provò a scappellarlo ma non vi riuscì.
“Leccami le palle, ciucciacazzi! Lo ingollerai dopo e farai fatica a prenderlo tutto da quanto sarà grosso!” - Lo incitò il ragazzo, un tipo robusto con una chioma castana scapigliata. Iniziò a dare ampie linguate ai quei cipolloni che trovò subito assai gradevoli.
Nel frattempo Ful non era certo rimasto inattivo. Indicando il deretano nudo e a novanta del moretto incitò gli altri:
“Ragazzi! Stasera i vostri siluri hanno modo di centrare un bersaglio! È una caverna stretta e profonda dove potete scaricare senza rischi tutto il vostro esplosivo rovente! Forza, chi comincia?”
Diego non poté ovviamente guardare ma sentì qualcuno allargargli le natiche, cospargergli l’ano di crema e poco dopo, quello che evidentemente era un pene, entrare nel suo retto. Questo, presolo per i fianchi, iniziò un veloce avanti e indietro.
“Fantastico! Ragazzi, la fica è bellissima da guzzare ma anche questo buco non è da meno, anzi! Uuuufffhhh! Tieh! Tieh! Tieh! Prendi, troione! Prendi!”
Diego aveva intanto continuato ad occuparsi del terzetto di falli, alternando seghe e pompini, assaporando in particolare i sughetti emessi dai due estremi.
Quello in mezzo commentò:
“Sei favoloso, puttanello! Lo insegnerò alla mia ragazza!”
Rispose una voce alla quale fecero seguito alcuni sghignazzi:
“Se e quando una avrà il coraggio anche solo di guardartelo, Bernardo-Trippetta!”
Va riferito che nel frattempo, attorno a quel quadretto di sesso fra maschietti - inconsueto ma certamente anche sogno di vari nostri lettori - si erano raccolti ad assistere alcuni di quei giovani.
Ful non era soddisfatto:
“Qui sotto abbiamo un boma sbatacchiante nell’aria da tenere a bada!” Si riferiva ovviamente all’organo di Diego, libero e teso sotto di lui.
Una mano scivolò sotto il suo ventre:
“Faccio io! È da recchioni ma voglio provare! - Le dita avvolsero delicatamente l’attributo eretto - Mmmhhh! Che impressione! È grosso e durissimo!”
Qualcuno rise:
“Più del pistolino di Paolo? Ahahahah! Sappiamo tutti che vi fate le pippette di nascosto nel capanno degli attrezzi in giardino!”
Nonostante la strana situazione, il nostro moretto era veramente eccitato: stavolta le verghe erano quattro contemporaneamente. Anche se di fatto sotto minaccia, lo stava facendo per proprio, puro, piacere! Contento anche di avere chiarito subito di non pretendere compenso …non in quell’occasione e con quei ragazzi perlomeno.
Il ciccio fece per alzarsi:
“Basta! Voglio ciularti adesso!”
I due fratelli si spostarono per mettersi uno stretto all’altro e sollevarono lateralmente i bacini per avvicinare fra loro i sessi:
“Infauciali assieme e facci venire, dai! Uuuufffhhh!”
Le falangi del moretto erano cosparse del fluido preliminare dei due: leccò con passione e completamente dalle proprie dita il vischioso e delizioso sughetto prima di tuffarsi ad accogliere entrambi i piselli in bocca.
La masturbazione al suo banano proseguiva con discreta abilità mentre ‘dietro’ si preparava il cambio di guardia. Bernardo esclamò:
“Dai, spicciati, che voglio sborarlo dentro!”
L’altro sfilò il pilone:
“Si dice sborrare, con due erre! Toh, te lo lascio così gli coli dentro un paio di gocce del tuo sburo - con una erre hahahah - e me lo lubrifichi per dopo, ché glielo voglio inondare, questo canalino decisamente speciale! Ragazzi, lo consiglio a tutti: finocchi, aspiranti tali e anche normali!”
Avvinghiatosi a Diego, il ragazzo gli spinse il grosso sesso nello sfintere cominciando subito a muoversi in stile vecchietto del mattino - puntata 8 - , in quanto pure stavolta la ridotta lunghezza limitava le escursioni. Anche la resistenza non fu da campioni.
“Ah! Ah! Ah! Oh! Oh! Oh! Eccomi, eccomi! Ah! Ah! Oh! Oh! Bellissimo! Ah! Ah!”
Il nostro moretto non sentì praticamente nulla e non avrebbe quindi saputo dire quale fosse stata la quantità iniettata. Anche perché il primo sodomizzatore si riappropriò subito del suo retto per tornare a scoparlo con decisione, rivolgendosi poi ai gemelli:
“Quando ci siete, avvisatemi! Così gli faccio una bella mitragliata in canna!”
Quel turbinio di sensazioni stava quasi ubriacando Diego che però decise di tenere il timone diritto e proseguì con la doppia succhiata. Tanto ritto il timone che ben presto - sottoposto al raspamento del ragazzino accanto a lui - giunse all’orgasmo, sparando sperma in aria, fin sulle ginocchia dei due sottoposti al suo servizietto speciale i quali - a quel punto - non ressero più e all’unisono gemettero:
“Ahhhh! Uuuuhhh! Ci siamoooooooo! Aaaahhhh!”
Il moretto sentì i densi fiotti dei gemelli spararsi contro il suo palato e inondargli il cavo orale mentre il ragazzo che lo stava chiavando assestò alcuni colpi decisi ed urlò:
“Aaaggghhh! Siiiii! Siiiii! Eccoti i siluri di liquido incendiario! Ti mando a fuoco le viscere! Aaaaahhhhh!”
Diego quasi non si rese conto dell’eiaculazione al suo interno perché un istante dopo un altro scout si avvicinò rapido e, messosi di fianco con la propria verga in mano, diresse la cappella contro il suo viso per cominciare a spruzzargli addosso una serie di potenti getti:
“Eeeeggghhh! Uuuggghhh! Ecco la schiuma del mare sulla prua della nave scuola! Mmmhhh! Ooohhhh!”
Ingoiata la doppia dose di saporito fluido, con la faccia grondante di seme colloso e gli occhi semichiusi, sentì Ful incitare ancora:
“Forza! C’è ancora posto sul naviglio per esercitarsi a governare il vostro l’albero e mettergli in cambusa una bella provvista di latte di coglioni!”
Si avvicinò un ragazzone grande, quasi un gigante ma dall’aria un po’ sempliciotta e pacifica:
“Voglio provare anch’io! Sono stufo di farmelo solo menare dalla Gina! Mettiti a pecora qui!”
Abbassò il bracciolo esterno di una seggiola e glielo indicò. Diego vi si piegò sopra, il maschione aprì la propria bottega estraendo un vero e proprio manganello.
Qualcuno commentò:
“Hai visto che bestia! Ora lo sventra!”
Il sodomizzando girò la testa un po’ preoccupato, nonostante avesse ancora in mente la doppia monta del 13. episodio. Intervenne Ful:
“Aspetta, gli stantuffi dei motori marini vanno sempre ben oliati!”
Cosparse di pasta lubrificante l’orifizio del brunetto il quale sentì poco dopo appoggiarsi contro la punta dell’ariete.
Contrariamente alle aspettative, la penetrazione fu decisa ma delicata. Nonostante la notevole durezza, il tegone si aprì la strada con forza misurata e si fermò quando i testicoloni premettero contro le natiche del nostro eroe il quale dovette gemere:
“Aaaaahhhh! Uuuuuhhhh! È enorme! Aaaafffhhh!”
Il maschione cominciò uno stantuffamento ampio, sfruttando l’intera estensione del suo travone eccezionale, ma anche con lentezza ed evidente sensibilità.
“Ohhhhh! Sei dolcissimo! Siii! Cosiiii! Bravooooo! Mmmhhh!”
Il brunetto assaporò appieno, per alcuni minuti, quell’amplesso fatto con evidente trasporto e partecipazione.
Infine il giovane uomo estrasse il troncone, pose un palmo a cucchiaino davanti al proprio glande e vi eiaculò dentro con alcuni leggeri grugniti, porgendolo poi a Diego:
“Se vuoi berlo tu, ho visto che ti piace e così non sporchiamo per terra! - Guardò i compagni attorno a sé con aria seria - Qualcuno dovrà pulire. Probabilmente non voi.”
Il garzone della locanda, come sappiamo ormai goloso di seme maschile, non si lasciò pregare: risucchiò e leccò fino all’ultima goccia quel denso e dolce regalo.
Apparve un ragazzetto con un grosso ciuffo nero quasi sopra gli occhi, un paio di occhialoni tondi con lenti spesse e una vocina bassa ma determinata:
“Non ho mai scopato ma vorrei provare e se ti sedessi tu su di me sarei contento! Così saprei come fare con la mia fidanzata! È vergine ma vorrebbe sentirmi dentro di lei e mi ha proposto di farlo dietro!”
Sfoderò un tarello piuttosto fino ma decisamente di lunghezza non comune e apparentemente bello rigido.
Risatina generale e vocetta maliziosa:
“Ah vedi il Mariolino! Zitto zitto, tira fuori un missile niente male e la Paolina se la vuole ciulare sul serio!”
Non appena il corvino adolescente fu seduto con quella barretta tesa in aria aggiunse:
“Mi piacerebbe se ti mettessi di schiena. Sai, lei ha un culetto pazzesco e mi ha detto che la prima volta vorrebbe farlo così! Il tuo è un po’ peloso ma farò finta che sia il suo!”
Il nostro Diego si voltò senza discutere e, da in piedi, abbassò il posteriore per calarsi lentamente su quel bastone divenuto decisamente marmoreo:
“Uuuufffhhh! Non l’hai grosso ma in compenso di acciaio! Ooofffhhh!”
Arrivato in fondo volle provare la sua mossetta speciale, stringendo e rilasciando i muscoli interni attorno al tronchetto.
Malauguratamente questo causò un quasi immediato orgasmo del giovanetto:
“Aaaaahhh! Aaaahhh! No! Aaaahhh! Così mi fai venire! Aaahhh!”
Ancor più malauguratamente si aprì un varco fra i maschietti raccolti davanti a loro ad assistere alla scena e apparve…
Giugno 2023
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